2. Palazzo delle Poste

L’architettura negli anni del fascismo

Nel 1929 le celebrazioni per il decennale della vittoria nella prima guerra mondiale sono terminate. Gli interventi urgenti di ricostruzione sono conclusi e vengono predisposti i nuovi assetti per il governo della comunità e della città. In risposta alla crisi economica che grava sul contesto internazionale, Mussolini, confermato alla guida del Paese nel mese di marzo dall’elezione plebiscitaria dei membri della Camera dei Deputati (selezionati dal partito fascista), avvia importanti opere pubbliche.

Lo Stato e il Comune di Trento, nell’approvare e sostenere i progetti, condividono un doppio obiettivo: promuovere l’economia locale e definire, anche attraverso l’architettura, l’immagine di una città moderna e “italianissima”. In particolare, il cantiere del Palazzo delle Poste e dei Telegrafi segna l’avvio di una intensa stagione di opere pubbliche destinata a rinnovare i servizi e il volto della città capoluogo. La costruzione dell’edificio postale, ma anche quella della nuova stazione ferroviaria, progettate entrambe da Angiolo Mazzoni, funzionario del Ministero della Comunicazioni, a partire, rispettivamente, dal 1929 e dal 1933, sono promosse direttamente dallo Stato e sono subordinate all’uso di materiali locali, quali la “pietra trentina”, al fine di dare lavoro agli artigiani e alle imprese del Trentino. Sfogliando la contabilità di questi cantieri si trovano citate: la Fratelli Redi per la fornitura di pietre e marmi provenienti dalle cave di Pila, Pinè, Predazzo e dei Solteri; la Fratelli Nones e la falegnameria Bonvecchio per serramenti e arredi – tutte ditte di Trento – e la Komarek di Rovereto per le tapparelle.

 Prima: Imperial Regie Poste Telegrafi, cartolina viaggiata, editrice Libreria Comitato Diocesano, Trento 1903. Biblioteca Comunale di Trento, Inv. n. TIC 511-1500; Biblioteca Digitale Trentina: https://bdt.bibcom.trento.it/Iconografia/7509#page/n0
Dopo: Palazzo Poste e Telegrafi e Piazza Vittoria, 1940-1950ca, cartolina viaggiata. Biblioteca Comunale di Trento, Inv. n. TIC 511-310; Biblioteca Digitale Trentina: https://bdt.bibcom.trento.it/Iconografia/8659#page/n0.

Lo spazio antistante il castello del Buonconsiglio e l’accesso al borgo di San Martino sono ridefiniti con la costruzione delle moderne scuole elementari Raffaello Sanzio, progettate da Adalberto Libera nel 1931.

Nel 1933 il monastero di San Lorenzo, che occupava il sito dell’attuale stazione delle autocorriere, è sostituito dalla Casa del Balilla, realizzata da Emilio Gaffuri e Guido Segalla. Gli stessi progettisti sono contemporaneamente coinvolti nell’attuazione del programma di demolizione dell’antico quartiere del Sas, sventrato per aprire nel cuore della città la nuova piazza del Littorio.

Agli interventi pubblici si affiancano numerosissime iniziative private. Per avere una idea di questa “città-cantiere” di 60.000 abitanti si può segnalare, ad esempio, che Giovanni Lorenzi – autore della nuova Casa Littoria – tra gli anni Trenta e il 1945, firma circa cinquanta progetti per la sola Trento. Insieme a Segalla e a Paolo Albertini, nel 1938 lo stesso Lorenzi si aggiudica, inoltre, il concorso di idee per il piano regolatore che doveva definire in maniera programmatica il nuovo assetto della città nell’ottica delle trasformazioni auspicate dal governo fascista.

Fabio Campolongo

Bibliografia:

M. Martignoni, Architetture di Trento. 1900-1940, Arca, Trento 1990

F. Campolongo, M. Martignoni, P. Pettenella, C. Volpi (edd.), Giovanni Lorenzi ingegnere (1901-1962), Quaderni di architettura, Mart, Trento 2019