5. Cinema Vittoria

Propaganda e mezzi di comunicazione

La propaganda giocò un ruolo cruciale nel consolidamento del potere fascista tra il 1922 e il 1943. Fu un processo caratterizzato da un notevole investimento programmatico, finalizzato a utilizzare i mezzi di comunicazione di massa per influenzare l’opinione pubblica e plasmare l’identità nazionale secondo i valori fascisti.

I temi al centro della propaganda fascista cambiarono in parte con l’evoluzione del regime. Al nazionalismo populista degli inizi si affiancarono altri temi e “discorsi”, come la stabilità del Paese, la coesione sociale, le bonifiche, la battaglia del grano, la costruzione delle nuove città, lo sviluppo industriale, le conquiste imperiali, la missione civilizzatrice degli italiani. L’oggetto fondamentale della propaganda del regime fu rappresentato in ogni caso dal suo capo, Mussolini, la cui immagine fu celebrata in ogni forma.

La propaganda fascista fu esercitata attraverso il controllo dei media. Avendo alle spalle una lunga esperienza da giornalista e comprendendo il grande potere della stampa, Mussolini si assicurò che i giornali fossero sotto la stretta sorveglianza del regime. Alla stampa fascista militante si affiancava quella borghese, formalmente indipendente ma di fatto allineata alla politica del governo. Il Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop) fu istituito per censurare e indirizzare i contenuti dei media, garantendo che venissero diffuse solo le informazioni favorevoli al regime. I temi e gli argomenti trattati dagli organi di stampa erano di fatto stabiliti e “suggeriti” dagli apparati governativi, che utilizzavano le agenzie di stampa per centralizzare e controllare le notizie.

L’entrata del cinema Vittoria negli anni Cinquanta, negativo fotografico, 1955. Archivio Studio Albertini, Archivio storico fotografico provinciale, Inv. n. 57691
La galleria del supercinema Vittoria, positivo fotografico, 1937-1940ca. Archivio Fratelli Pedrotti, Archivio storico fotografico provinciale, Inv. n. 166202

Il cinema e la radio furono strumenti altrettanto importanti della propaganda fascista. L’Istituto Luce, fondato nel 1924 e statalizzato nel 1925, fu utilizzato per produrre e distribuire notiziari e film che glorificavano Mussolini e le imprese del regime. Un ruolo rilevante lo ebbero i cinegiornali, strumento privilegiato dell’informazione ufficiale, volta a raccontare in tono retorico e trionfalistico le realizzazioni del regime e a celebrare l’immagine del Duce. In ambito cinematografico non mancarono pellicole esplicitamente di propaganda (Camicia nera, 1933; Lo squadrone bianco, 1936; Scipione l’africano, 1937), ma venne prediletto il cinema di intrattenimento di ambientazione piccolo-borghese (il cosiddetto cinema dei “telefoni bianchi”). La radio, divenuta uno strumento di massa negli anni ’30, permise di raggiungere un vasto pubblico con i discorsi di Mussolini, rafforzando ulteriormente il culto della sua personalità.

L’ambito scolastico e quello culturale furono spazi di grande importanza per la propaganda fascista. Il regime intervenne pesantemente nel sistema educativo, modificando i programmi scolastici per inculcare i valori fascisti nei giovani italiani. I libri di testo furono riscritti per esaltare la storia e la cultura italiana, dipingendo il fascismo come il culmine naturale della grandezza nazionale. Le organizzazioni giovanili, come i Balilla per i ragazzi e le Piccole Italiane per le ragazze, furono create per indottrinare le nuove generazioni fin dalla tenera età, promuovendo l’obbedienza, il militarismo e il patriottismo.

Maurizio Cau

Bibliografia:

S. Salustri, Orientare l’opinione pubblica. Mezzi di comunicazione e propaganda politica nell’Italia fascista, Unicopli, 2018

A. Gagliardi, “Educare” o intrattenere? Propaganda, mass media e cultura di massa, in G. Albanese (ed), Il fascismo italiano. Storia e interpretazioni, Roma, Carocci, 2021, pp. 255-279