6. San Giorgio dei Greci

I greci e la loro chiesa

La comunità greca di Venezia era uno dei più grandi gruppi di immigrati della città, con circa 5.000 persone nel XVI secolo. Alcuni di loro, come Elena nel percorso ‘Città rifugio’, erano rifugiati provenienti dai possedimenti veneziani che in quel periodo venivano progressivamente conquistati dagli Ottomani. Alcuni di loro avevano combattuto per la Repubblica sul mare o sulla terraferma come stratioti o cavalieri leggeri. Altri arrivarono volontariamente, attratti dalla possibilità di lavorare a Venezia come artigiani, commercianti e in professioni legate al mare come la costruzione di navi.

La maggior parte di questi immigrati greci praticava il rito ortodosso, separato dal cattolicesimo latino sin dal Grande Scisma dell’XI secolo. Dopo il Concilio di Firenze del 1439, tuttavia, si era verificato un certo riavvicinamento tra le due Chiese e ai greci di Venezia fu gradualmente permesso di praticare la loro fede più liberamente in città. Nel 1498, la comunità ottenne il diritto di fondare una propria scuola o confraternita dedicata a San Nicola, che presto guadagnò centinaia di membri maschili e femminili.

Nel 1511, i greci presentarono una petizione al Consiglio dei Dieci di Venezia per poter acquistare un sito e costruire una chiesa a proprie spese. Si lamentavano del fatto che la chiesa di San Biagio, vicino all’Arsenale, dove erano autorizzati a praticare il culto, era troppo piccola per la loro crescente comunità e che “c’è una tale mescolanza di persone, lingue, voci e funzioni, sia greche che latine… che crea una confusione peggiore di quella di Babilonia”. Nella petizione, i greci si descrivevano come fedeli servitori dello Stato veneziano e “veri e cattolici cristiani”. In quanto tali, sostenevano di meritare un trattamento almeno pari a quello riservato alle altre comunità minoritarie (non cristiane) della città, come gli ebrei, i quali, sebbene costretti a vivere nel Ghetto dal 1516, potevano costruire le proprie sinagoghe.

Nonostante le resistenze dei leader della Chiesa veneziana, che consideravano i greci scismatici, il permesso fu concesso e la prima pietra di San Giorgio dei Greci fu posata nel 1536. La chiesa fu completata solo dopo 1570 e il campanile fu aggiunto prima della fine del XVI secolo. Un’importante figura dietro il movimento che portò alla costruzione della chiesa fu Anna Notaras Palaiologina, un membro della nobiltà bizantina che era fuggita dal sacco di Costantinopoli nel 1453 e si era stabilita a Venezia. Oltre a contribuire con 500 ducati alla sua costruzione, Notaras lasciò a San Giorgio dei Greci diverse preziose icone bizantine che aveva portato con sé. Alcune di queste possono essere ammirate nel museo delle icone bizantine accanto alla chiesa. Sia il museo che la chiesa meritano una visita.

Rosa Salzberg (tradotto da Umberto Cecchinato)

Bibliografia

Ersie C. Burke, The Greeks of Venice, 1498-1600. Immigration, Settlement, and Integration. Turnhout, Belgium: Brepols, 2016.

David Chambers and Brian Pullan, eds. Venice: A Documentary History 1450 – 1630, Oxford: Blackwell, 1992, pp. 334-36. Orlando, Ermanno. Migrazioni mediterranee. Migranti, minoranze e matrimoni a Venezia nel basso Medioevo. Bologna: Il Mulino, 2014.