6. Tabernacolo a Ponte dell’Anzolo

Devozione quotidiana

È facile trascurare i tabernacoli e le edicole religiose di strada, ma questi erano di gran lunga i luoghi di devozione più diffusi nelle città europee premoderne, superando di gran lunga il numero di chiese. A Venezia questi santuari di strada erano noti come capiteli, il che sembra riferirsi al fatto che alcuni di essi erano collocati sui capitelli – infilati qua e là negli spazi ristretti in questa città angusta – così come agli angoli delle strade o ad altri incroci più visibili, dove lo sguardo divino poteva raggiungere il pubblico più ampio. Anche i ponti, che svolgono la funzione vitale di nodi della rete urbana, erano luoghi privilegiati per queste edicole. In breve, questi edicole erano posizionate in luoghi dove avrebbero beneficiato dal massimo passaggio di pubblico e, di conseguenza, le preghiere del maggior numero di questi passanti. Spesso erano gestiti dalla comunità locale, che teneva accesa una candela accanto all’immagine sacra e manteneva il tabernacolo pulito ed in ordine. È stato addirittura ipotizzato che queste candele fossero i precursori dell’illuminazione stradale delle città pre-moderne.

Questi innumerevoli altarini formano quella che può essere intesa come una rete pervasiva – un po’ come le reti di telecamere a circuito chiuso che invadono gli ambienti urbani di oggi – da cui lo sguardo divino dei santi, della Madonna e talvolta di Cristo proteggeva le comunità locali del quartiere e forse operava anche una forma di sorveglianza sui comportamenti quotidiani. Così, ad esempio, le iscrizioni molto più tarde che fiancheggiano questo santuario a Ponte dell’Anzolo registrano un attacco blasfemo all’immagine sacra e mettono in guardia da qualsiasi futuro comportamento inappropriato nei pressi del sito.

Un famoso esempio di un santuario di strada che offriva la sua protezione ad un quartiere è quello della Madonna dei Miracoli, un’immagine che si ritiene abbia protetto una donna del luogo da un violento attacco e che ha portato alla sua diffusa venerazione. Tale era la percezione del potere miracoloso di quell’immagine che per onorare il dipinto e regolarne l’accesso fu costruita la bellissima chiesa progettata da Pietro Lombardo e dalla sua bottega (1481-5), la chiesa di Santa Maria dei Miracoli (in Cannareggio). All’interno e all’esterno, la chiesa è decorata con una serie di pietre colorate e sculture a basso rilievo, che la fanno apparire quasi come uno scrigno prezioso per contenere l’immagine sacra.

Si tratta di un caso eccezionale, ma più comunemente i santuari di strada rimanevano luoghi di devozione locale di quartiere. Le immagini religiose erano raramente realizzate da artisti famosi e per questo non sono state trasferite nei musei, per cui ancora oggi sono raramente restaurate, ma continuano a mantenere la loro funzione originaria, come si può vedere dal fatto che i fiori o le candele continuano a essere mantenuti dai residenti locali.

Fabrizio Nevola

Bibliografia

Fiorenzo S. Cumàn, Pietro Fabbiàn, I capitèli di Venezia: arte sacra minore in Venezia, Venezia: Helvetia, 1988

Fabrizio Nevola, Street Life in Renaissance Italy, New Haven and London: Yale University Press, 2020

The Church of Santa Maria dei Miracoli: https://www.savevenice.org/project/church-of-santa-maria-dei-miracoli