Battaglie rituali

Il Ponte dei Pugni prende il nome dalle risse che vi si svolgevano, descritte nei documenti come “Battagliole sui ponti”. Come avrete capito dai riferimenti presenti nel percorso dell’app Hidden Venice e nella lettura di queste pagine, le battaglie erano combattute tra due fazioni rivali di lavoratori/artigiani popolani: i Castellani, per lo più provenienti dai cantieri navali, e i Nicolotti, molti dei quali pescatori della parte meridionale della città. Il significato dei ponti? Erano posizionati lungo i confini delle zone controllate da queste due fazioni rivali. La battaglia su un ponte era una lotta per la supremazia ed il controllo di questi confini effimeri, un’espressione violenta ma rituale della mascolinità (si potrebbe dire piuttosto tossica) della popolazione maschile attiva della città. Quando si pianificava una battaglia di questo tipo, i preparativi si protraevano per diversi giorni, mentre le fazioni si preparavano all’evento e un gran numero di lavoratori dell’Arsenale – che costituivano il nucleo della fazione dei Castellani – attraversavano la città per raggiungere il ponte.
Questi combattimenti erano in realtà illegali, anche se, almeno fino al XVII secolo, sembra che godessero del sostegno dei mecenati e dell’élite. La legge interveniva solo se i combattimenti sfuggivano davvero di mano, anche se i divieti di usare mazze e scudi e le testimonianze di vittime ci ricordano quanto violente potessero essere queste battaglie. Intorno al 1600 i combattimenti erano limitati ai soli pugni e i resoconti più dettagliati che li descrivono sono di un anonimo nobile, forse uno di quelli che avevano pagato profumatamente i biglietti per avere un buon posto da una finestra nei pressi del ponte. Ma l’interesse delle élite per lo spettacolo diminuì nel corso del XVIII secolo e la regolamentazione portò alla fine dello spettacolo.

Diversi dipinti e stampe prodotte in grandi quantità testimoniano la popolarità delle battagliole come sport da spettatori, e tale era lo spettacolo che in diverse occasioni furono programmate per intrattenere i dignitari in visita. Nel 1574, ad esempio, fu organizzata una battaglia di ponti che coinvolse circa 600 artigiani in occasione della visita del re Enrico III di Francia, il quale avrebbe commentato che “era troppo piccola per essere una vera guerra e troppo crudele per essere un gioco”. Tuttavia, come dimostrano le illustrazioni delle battaglie, questi eventi si svolsero davanti a grandi folle di spettatori che riempivano le finestre e i balconi che circondavano il ponte, oltre che da barche e chiatte ormeggiate lungo il canale per offrire i migliori punti di osservazione.
Fabrizio Nevola
Bibliografia
Robert C. Davis, The War of the Fists, Oxford: Oxford University Press, 1994.
Robert C. Davis, ‘The Police and the Pugni: Sport and Social Control in Early-Modern Venice’, Stanford Humanities Review 6.2 (1998)
