‘Barcaioli, ponti e battaglie’

I lavoratori dell’Arsenale – come Sebastiano in questo percorso di Hidden Venice – contribuivano all’industria più essenziale della città: la costruzione e la manutenzione delle numerose navi della Repubblica. Queste erano vitali per il commercio e la guerra e davano alla città un controllo dominante su gran parte del Mediterraneo orientale.
Quale apprendista all’Arsenale, proveniente da una famiglia di arsenalotti, Sebastiano abita nella zona di Castello, dove interi quartieri di case operaie offrivano una sistemazione stabile a questo gruppo relativamente privilegiato di lavoratori. Tradizionalmente i costruttori navali della città si raggruppavano come “Castellani” (abitanti di Castello – così chiamati dalle merlature del recinto dell’Arsenale, simile a un castello). I loro avversari li definivano beffardamente pescatori: i Nicolotti lagunari (dal nome della chiesa di San Nicolò dei Mendicoli, al margine occidentale della città). Di tanto in tanto, durante l’anno, queste due fazioni si riunivano in battaglie rituali che si svolgevano sui ponti che segnavano i confini tra di loro, le cosiddette “Battagliole sui ponti”.
Queste battaglie, espressione pubblica dell’onore locale e professionale, erano sempre state tecnicamente illegali e all’inizio del XVIII secolo furono messe definitivamente al bando, viste sempre più come poco più che un pretesto per risse pericolose, a volte mortali, quel che oggi potrebbero essere descritte come manifestazioni di una maschilità tossica. Ma nel Cinquecento e nel Seicento erano ancora viste quasi come uno sport, con mecenati e spettatori che comprendevano sia le élite veneziane che quelle in visita alla città lagunare. Ancora oggi un ponte, tra Campo San Barnaba e Campo Santa Margherita, sopravvive come traccia di queste schermaglie: il Ponte dei Pugni.
Il percorso di Sebastiano, che termina al Ponte dei Pugni, è ambientato nel 1639, quando le battaglie sul ponte erano al massimo del loro splendore. Erano passati solo pochi anni dalla devastante peste del 1630 che aveva colpito la città, mietendo migliaia di vittime. Il ricordo della peste è ancora fresco e la passeggiata nel quartiere di Dorsoduro collega una serie di magnifici edifici religiosi eretti per commemorare la ripresa della città da questi eventi catastrofici. In effetti, camminando con Sebastiano, si può notare come la vita devozionale fosse intessuta nell’esistenza quotidiana di tutti i pre-moderni: la topografia della città è costellata di chiese ma anche di santuari di strada che venivano mantenuti dalle comunità di quartiere. Questi quartieri si riunivano attorno ai campi locali, spesso in prossimità della pompa di un pozzo, le uniche fonti di acqua dolce della città. Le strade strette e gli spazi aperti più socievoli intorno ai pozzi contrastano nettamente con la grande passeggiata aperta delle Zattere, che all’epoca di Sebastiano doveva essere un’affollata banchina di lavoro da cui venivano portati in città i rifornimenti essenziali dalla terraferma, tra cui acqua, cibo e carburante.
Nel corso di questo percorso, avrete una visione vivace della città, presentata non da un membro di una delle grandi famiglie che vivevano lungo il Canal Grande, ma dal punto di vista, criticamente romanzato, di un artigiano che conosce tutte le strade e i vicoli, che sa dove sentire le notizie più fresche, trovare un drink e socializzare. Oltre a toccare alcune delle chiese più imponenti di Venezia – che potrete fermarvi a visitare – il percorso svela la storia di molti siti trascurati che raramente vengono presi in considerazione più di tanto dalle guide tradizionali.
Nei brevi articoli di queste pagine è possibile approfondire il contesto storico di ciascuno degli otto siti del percorso “Barche, ponti e battaglie”.
Fabrizio Nevola

